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Villa Aletti Stampa - Cenni Storici
Di Giulia Pozzi (Informazioni tratte dal libro "Morosolo")

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Per chi fosse interessato a sapere qualcosina in più sulla storia della Villa Aletti-Stampa...

La storia di Villa Stampa inizia forse nel 1190 come casa-forte probabilmente collegata alle altre strutture difensive di Varese e delle sue Castellanze. Questa ipotesi è avvallata dal ritrovamento, durante i restauri, di feritoie nei muri e sulle due torrette presenti nell'edificio. Dai documenti degli archivi si sa però per certo che non ha mai avuto scopi bellici e anzi, nel 1600 è diventata villa patronale sotto la proprietà della famiglia Stampa, particolarmente importante nel milanese e legata agli Sforza. Lo sviluppo dell'attuale struttura della Villa si deve al secolo successivo, il 1700, periodo di grande splendore del Varesotto nel quale si inizia a parlare di grandi famiglie che scelgono il nostro territorio per costruire e riadattare ville e residenze. La Villa Stampa prende dunque le sembianze e la forma di villa residenziale caratterizzata dal barocchetto lombardo, stile tipico della zona. È stata dunque rimaneggiata la facciata, aggiunte decorazioni e stucchi, costruiti i balconcini abbelliti da ringhiere in ferro battuto e soprattutto vengono aggiunti i tre archi di ingresso che ricalcano, in modo più semplice e sobrio, quelli di accesso al cortile delle Ville Panza e Recalcati di Varese. La struttura ad U tipica del periodo è pressoché la stessa ancora visibile oggi e anche la torri sono state adattate a abitazione. Sappiamo per certo che nel 1800 l'arredamento della Villa era molto scarso data la sua funzione di dimora di campagna non particolarmente frequentata dalla famiglia. Diventerà rinomata e conosciuta a partire dalla prima metà dell'800 grazie alla figura di Stefano Stampa, ultimo erede della famiglia e figlio di Teresa Borri, vedova Stampa che, proprio dietro incoraggiamenti del figlio sposa in seconde nozze Alessandro Manzoni. Lo Stampa sarà un grande estimatore di Don Lisander e anche suo biografo ed è stato proprio grazie alla sua insistenza che Manzoni arriva a Morosolo con tutto il suo seguito nell'agosto del 1847 e più precisamente tra l'11 e il 18. Manzoni arriva curioso di conoscere il territorio, affascinato dal paesaggio e dall'ambiente e soprattutto deciso a studiare Casciago nel quale riconosce il Cassiciaco di cui aveva parlato Sant'Agostino. Purtroppo però si trova costretto da problemi reumatici e per il clima troppo umido e freddo a lasciare presto Morosolo per spostarsi nella villa di Lesa, sul Lago Maggiore. Dalle memorie scritte sappiamo che usciva due volte al giorno a passeggio a scoprire i luoghi di Sant'Agostino e il paesaggio stupendo che il figliastro amava dipingere e raccontare. Manzoni rimane talmente colpito da Casciago e Morosolo che ne parla molto nella “lettera a Poujoulat”. 
I documenti attestano una sola visita di Don Lisander a Morosolo ma fonti non documentate parlano di molte uscite: sono soprattutto gli scritti del Brambilla che ne parlano e nel 1935 Tegani raccoglie la testimonianza della figlia dell'ultimo fattore della Villa e della nonna, morta novantenne, che ben ricordava che “Manzoni veniva qualche volta...”

Stefano Stampa, ultimo della famiglia, muore senza eredi nel 1907 e il patrimonio Stampa diventa di proprietà dei “Figli della Provvidenza” che però la cedono nel giro di poco tempo alla Famiglia Foscarini. Con la guerra diventa un ricovero per rifugiati e sfollati e proprio per questo vengono eretti muri provvisori che sconvolgono gli interni della Villa che tornerà al suo antico splendore solo con l'arrivo della famiglia attualmente proprietaria del bene: gli Aletti.


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